In una situazione di costante difficoltà economica, con la necessità delle imprese piccole e grandi di rinnovarsi continuamente per stare al passo con i tempi e con il mercato, le associazioni di categoria acquisiscono sempre più un ruolo importante di sostegno e di coesione sociale. Ma d’altra parte sono proprio i corpi intermedi che hanno difficoltà a rinnovarsi e ad adattarsi alle nuove dinamiche sociali e politiche. Da queste considerazioni nasce una lunga riflessione di Giuseppe Oliviero, Presidente CNA Napoli e Presidente dei Consigli regionali Unipol Campania, pubblicata su affariitaliani.it di cui di seguito riportiamo uno stralcio

I recenti dati ISTAT preannunciano una periodo di stagnazione della nostra economia, il calo dei consumi interni, il rallentamento delle esportazioni, rischiano di riportarci di nuovo in una fase di recessione in mancanza di una politica industriale nel paese in grado di invertire la tendenza l’economia; il Nord frena il Sud arretra. Le spinte sovraniste provenienti anche dall’Europa alimentano la sfiducia dei mercati e le preoccupazioni sistema produttivo. In questo scenario riaffermare il ruolo della rappresentanza politica dell’economia nell’era 4.0 e nel mercato globale è un indispensabile azione per comprendere la capacità di adattamento al cambiamento del nostro sistema produttivo. L’Italian Stile, il Made in Italy, sono il tratto distintivo della nostra economia, assumono un ruolo identitario, valore aggiunto dell’essere “il bel paese”. In quest’ottica la codificazione delle dinamiche economiche attraverso la rappresentanza degli interessi assume un ruolo primario, affermando ruoli e funzioni. I corpi intermedi hanno rappresentato un volano di democrazia a favore della coesione sociale, perno del valore di comunità alla base del benessere dell’individuo. Le associazioni di categoria hanno svolto un ruolo importante agendo i conflitti di classe; centri di servizi a sostegno dell’impresa anche in sostituzione delle istituzioni. Ciononostante essi sembrano poco inclini ad accettare il cambiamento, lo subiscono quasi inermi; eppure tutto questo è nel nostro paese un patrimonio da conservare e tutelare, è conoscenza, esperienza costruite dal dopoguerra. Aspetto che riguarda la grande industria e ancora di più le medie, piccole e micro imprese, che costituiscono l’ossatura portante dell’economia Nazionale ed Europea. Cerchiamo allora di capire di che mondo parliamo e del suo peso nella società italiana.

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